Profumi di Nicchia Gabriella Chieffo

ENG  ITA

FRAGRANZE PER L’AMBIENTE

Il fruscio delle lenzuola che scivolavano sui corpi caldi accarezzava il loro respiro rauco e liquido. Era ormai giunta l’ora di alzarsi e di abbandonare quel posto magico in cui ci si sente al sicuro e protetti, in cui la linea tra l’irrazionale e il razionale si fa meno marcata, il luogo dove i sogni lusingano la vita. Avevano risolto sempre tutto così, anche le cose più gravi: coricati l’uno a fianco dell’altra r espirando insieme la certezza del domani, il calore del presente. E sì che a detta dei parenti Lina aveva un brutto carattere... “La vedi timida e riservata ma è impastata con la furia...” Lo avevano avvertito... “E potrà solo peggiorare!” Ma a Totonno quel profumo lo aveva stregato. Non erano stati la bocca sensuale e gli occhi da cerbiatta a colpirlo, né tantomeno quel seno grande, così pesante da sbilanciarla quando camminava, ma solo quel profumo. Lina sapeva di mandorle e miele, con una spolverata di cannella, aveva la fragranza del pane appena cotto ed era veramente irresistibile. Era brava a fare misture e pozioni con cui curava mal di pancia e raffreddamenti e spesso s’ingegnava a togliere “gli occhi”. Ecco perché avevano litigato. A Totonno proprio non era andato giù che la sua Lina si fosse prestata a togliere “gli occhi” a quel Salvatore, il figlio del ricco del paese che credeva di potere tutto. Quel buono a nulla si era giustificato dicendo che il suo mal di testa durava da giorni e non era passato con nessuna delle medicine che gli aveva consigliato il medico: doveva per forza trattarsi di un “affascino”. Ma Totonno proprio non lo sopportava quel bellimbusto: come si era permesso di venire a casa sua, all’ora di cena poi, a chiedere una cosa simile? Roba da non crederci...

Profumi di nicchia Chieffo Fragranze per l'ambiente

FRAGRANZE PER L’AMBIENTE

Profumi di nicchia Chieffo Fragranze per l'ambiente

Il fruscio delle lenzuola che scivolavano sui corpi caldi accarezzava il loro respiro rauco e liquido. Era ormai giunta l’ora di alzarsi e di abbandonare quel posto magico in cui ci si sente al sicuro e protetti, in cui la linea tra l’irrazionale e il razionale si fa meno marcata, il luogo dove i sogni lusingano la vita. Avevano risolto sempre tutto così, anche le cose più gravi: coricati l’uno a fianco dell’altra r espirando insieme la certezza del domani, il calore del presente. E sì che a detta dei parenti Lina aveva un brutto carattere... “La vedi timida e riservata ma è impastata con la furia...” Lo avevano avvertito... “E potrà solo peggiorare!” Ma a Totonno quel profumo lo aveva stregato. Non erano stati la bocca sensuale e gli occhi da cerbiatta a colpirlo, né tantomeno quel seno grande, così pesante da sbilanciarla quando camminava, ma solo quel profumo. Lina sapeva di mandorle e miele, con una spolverata di cannella, aveva la fragranza del pane appena cotto ed era veramente irresistibile. Era brava a fare misture e pozioni con cui curava mal di pancia e raffreddamenti e spesso s’ingegnava a togliere “gli occhi”. Ecco perché avevano litigato. A Totonno proprio non era andato giù che la sua Lina si fosse prestata a togliere “gli occhi” a quel Salvatore, il figlio del ricco del paese che credeva di potere tutto. Quel buono a nulla si era giustificato dicendo che il suo mal di testa durava da giorni e non era passato con nessuna delle medicine che gli aveva consigliato il medico: doveva per forza trattarsi di un “affascino”. Ma Totonno proprio non lo sopportava quel bellimbusto: come si era permesso di venire a casa sua, all’ora di cena poi, a chiedere una cosa simile? Roba da non crederci...